Quando il cibo è la culla delle ferite emozionali. /Emozioni e cibo: quale relazione?
L’approccio al cibo è uno degli aspetti più importanti nella vita di ciascun essere umano.
Non so se te ne sei già accorta, ma spesso mangiamo per molte ragioni, che hanno poco a che fare con l’unico fattore biologico (la fame), e che sfuggono alla consapevolezza.
Ma la buona notizia è che il corpo non mente mai e ti comunica costantemente come stai, ti offre dei segnali, delle sensazioni specifiche dai molteplici significati, che, se vuoi prenderti cura di te, è bene sondare.
Semplicemente inizia a diventare un’osservatrice presente e consapevole, e li potrai vedere e capire.
Ecco alcuni dei segnali ben precisi, di dipendenza psicologica dal cibo, a cui si può facilmente assistere: un improvviso vuoto percepito allo stomaco, o un desiderio incontrollabile di ingerire qualunque cosa purchè commestibile, e che ti fa precipitare verso il frigorifero o il sacchetto di patatine, o il barattolo di crema al cioccolato, pur di soddisfare rapidamente quella spinta.
Da dove nasce quel desiderio, quella spinta che sembra sfuggire potentemente alla tua zona di potere?
Nasce dall’infanzia. Le risposte alla tua zona di comfort alimentare le trovi in quella prima fase della tua vita.
E quindi, se davvero ora vuoi cambiare l’approccio al cibo, è proprio lì, nell’infanzia, che occorre tornare.
Quasi tutte le prime esperienze di vita collegate a emozioni come la paura, la rabbia, la perdita, ma anche l’amore, la contentezza e la gioia sono in qualche misura associate al cibo e alla relazione con le prime figure di riferimento, soprattutto la madre.
Il cibo può diventare il mezzo per compensare una relazione insoddisfacente con la madre, può diventare un calmante per la rabbia repressa, per l’ansia o la depressione – sebbene il suo effetto calmante sia brevissimo – può sembrare la carezza sul viso che consola dalle delusioni, dai fallimenti o da eventi dolorosi, che poi non sono altro che occasioni di crescita che la vita ci porta e che non si è capaci di accettare, e di conseguenza di elaborare o trasformare, come ad esempio lutti, separazioni, licenziamenti.
In caso di mancata elaborazione del lutto, occorre necessariamente maturare l’accettazione piena, profonda e intima della morte, il cambiamento su cui non gli esseri umani non abbiamo alcun potere per eccellenza.
Va da sé che un lutto è un’esperienza dolorosa da attraversare per chiunque; ma con la vera accettazione puoi trasformarla in un’esperienza costruttiva.
E proprio in merito all’elaborazione del lutto, puoi farti alcune domande di Coaching per aumentare la tua consapevolezza.
Emozioni e cibo: 8 domande di coaching
Queste sono le domande che mi sono posta il mese scorso, quando mia mamma è passata nell’altra dimensione.
- Cosa provi quando muore una persona cara? Smarrimento, tristezza, perdita (emozioni, peraltro, normali, soprattutto nei primi mesi) o invece rimani centrata, serena e integra?
- Come sarebbe renderla un’occasione importante per conoscere parti di te che difficilmente puoi conoscere quando tutto fila liscio come l’olio?
- Come ti comporti con te stessa e con gli altri? Cosa inizi a fare e/o smetti di fare?
- Riesci a considerare la possibilità di accrescere la resilienza, e rinascere a un nuovo equilibrio nel lavoro, nelle relazioni?
- Cerchi ancora la compagnia delle persone care e degli amici come prima, o provi disinteresse per le relazioni e finisci con l’isolarti?
- Dormi serena o ti svegli bruscamente nel cuore della notte?
- Il tuo approccio al cibo è rimasto equilibrato o ne ha risentito? E, se sì, in che modo?
- Associ al cibo un grado di piacere maggiore o lo stesso grado di piacere di prima?
Dove? Solemar Club

Per partecipare al prossimo incontro dal vivo con me, per esercitarti con una strategia efficace e semplice di Coaching per l’alimentazione consapevole.
Se ti accorgi che il cibo è diventato un espediente comodo per lenire o per compensare le tue ferite emozionali, il Coaching può aiutarti a sviluppare nuove abilità e strategie sane, che spezzano la spirale discendente dei tuoi pensieri, e ti portano dolcemente a creare un approccio più sano.

Se vuoi che l’alimentazione diventi parte integrante di uno stile di vita decisamente positivo, per vivere bene il presente, relazionarti serenamente col partner, coi figli, in famiglia e sul di lavoro, e progettare un futuro luminoso, e con obiettivi basati sulle tue aspirazioni più autentiche – quelle del cuore – le capacità e i talenti personali.
Lascia un commento